Una parente di mia nonna, negli anni ’20, a Roma, prese in casa una ragazza dalle montagne tra Umbria e Marche, come aiuto in casa. Si usava così, allora, in cambio di vitto, alloggio e di un piccolo salario.
La ragazza si chiamava Lisa, detta la Lisa del Ciuco, perchè l’unica cosa che sapeva fare era accudire un piccolo somarello, su per le colline. Appena entrata a Roma fu terrorizzata dai muri, lei che aveva visto solo alberi. Apriva le imposte al mattino e gridava -Me vengono addosso, me vengono addosso!- era il segno, il primo, che la città era troppo mostruosa per lei.
Poi fingeva di rassettare la stanza della signora, occhieggiando la sua toletta mattuttina; quindi si cospargeva il viso di farina, a mò di cipria, mormorando –Sò bella anch’io, mica ce vuole tanto-
Invano la signora le offriva la cipria. Lisa fa da sé, mormorava. e usciva a far la spesa tutta bianca di farina. Non sapendo leggere, inveiva contro il salumiere accusandolo di truffa. Due etti di zucchero. E che siano due etti! Il salumiere si disperava: ma guarda no? Sò due etti! leggi! E lei, alzava il mento e gli voltava le spalle: Faccia lei! Ma poi se la vedrà con la signora! Il terrore dei commercianti del quartiere, tutta bianca e disperata, pronta a lanciare accuse, vagando con la sua sporta lontano dai muri.
Poi un giorno tornò annunciando che aveva visto Sua Santità a Santa Maria Maggiore. Tutto bello, grande, fermo, in preghiera! Bello!
Lisa, il Papa non esce dal Vaticano (erano gli anni pre-Concilio). Ma lei insisteva: se dico che l’ho visto, l’ho visto!
Era la statua di Pio IX in preghiera, alta due metri, nella cripta della chiesa. Impietosita, la mia parente la rimandò a casa, con una buona liquidazione. E dicono di averla vista correre col suo somarello per le colline, felice come mai si era vista prima.
Che bella storia…
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Chissà poi come le è andata la vita…
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E’ stata felice, pare. la vedevano sempre con l’asinello…
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Che bello…malinconica un po’ ma dolce…😊
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Che storia! Drammatica, disperata, surreale, ma tu l’hai resa candidamente ironica e tenerissima, una vera poesia. 😘
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La poesia è nella povera Lisa trapiantata a Roma 🙂
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🦋🦋😘
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Una cugina di mia madre, che non ho conosciuto ma dai racconti mi ricorda un po’ Lisa del Ciuco, come si usava all’epoca nelle famiglie non abbienti fu mandata “a servire”. Facendo un trasloco per i padroni, ebbe un diverbio con un vigile urbano che non voleva che salisse sul tram con un materasso di lana arrotolato sulla testa. Più tardi si sposò e ebbe due figli. Uno un bravissimo ragazzo, l’altro si drogava e le rese la vita un inferno. Speriamo che a Lisa sia andata meglio – almeno i ciuchi non si bucano… 🙂
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Queste povere ragazze, a contatto con le città sbandavano. D’altronde, come avrebbero fatto a non sbandare? Penso che alla mia Lisa, sì, sia andata meglio, non si è sposata 🙂
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Che dolcezza ! Quanto é bella la vita alle volte !
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quante Lisa ci sono state a quei tempi, ragazze di campagna scaraventate dalla fame giù in città, vero mostro dalle cento teste.
ml
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Non so che darei per vivre in campagna…anche io, come Lisa, odio le città
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Storia deliziosa. Mi sono innamorato di Lisa del Ciuco
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Anch’io…:)
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..ne ho conosciute anch’io, di Lisa; non direttamente, ma attraverso le storie di mia madre e di mia nonna. Dal mio paese ne partirono molte per Milano; alcune non tornarono, altre tornarono diverse, più tristi di solito.
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