Perchè gli europei hanno conquistato il mondo, recensione parte 2

Secondo Jared Diamond,  a parte l’aver avuto piante e animali ottimali in clima ottimale, metalli e malattie alle quali si erano  ben presto immunizzati, gli europei, più fortunati, non più bravi o intelligenti del resto del mondo, conquistarono mezzo pianeta perchè erano più organizzati militarmente, in quanto dotati di un’organizzazione statale moderna.

E qui l’autore proprone uno schema evolutivo antropologico dello sviluppo sociale dei gruppi umani, secondo il quale si è passati dalla tribù , al clan, alla chafferie (http://www.treccani.it/enciclopedia/chefferie/) e quiandi allo stato moderno di tipo occidentale che viene definito cleptocrazia, non democrazia. La funzione principale di quest’ultimo sarebbe infatti il drenaggio di ricchezze dai reali produttori (contadini, allevatori, artigiani)  a classi prive di una qualsiasi funzione, ma capaci di controllare e manipolare le altre con vari sistemi. Una visione senza dubbio pessimistica, ma da meditare.

Quello che mi ha affascinato è la descrizione del Big Man, il capo dei clan o delle tribù, capo non per diritto ereditario ma per meriti evidenti, di saggezza, capacità taumaturgiche, forza fisica, intelligenza sociale o strategica. Non aveva diritto di decisione, eppure lo si ascoltava. Una figura che era espressione di un gruppo nomade o semi-nomade, alla quale va, mi sembra, la simpatia dell’autore. E un po’ anche la mia. Nutro una vera passione per il Paleolitico, quando ancora non si era del tutto separati dalla natura e si doveva essere davvero molto abili e coraggiosi per sopravvivere. Non provo nostalgia di certo: non sarei durata due giorni, a quei tempi. Nutro ammirazione, questo sì. Troppo facilmente appaiono come dei barbarici scimmioni dalla fronte bassa, mentre più correttamente dovremmo vederli come eroi.

In fondo anche nella Genesi Dio predilige i sacrifici del pastore Abele, non del coltivatore Caino.

Quando eravamo dee

319px-Venus_von_Willendorf_01Questa è la Venere di Willendorf, conservata al Naturhistorisches Museum di Vienna (immagine tratta da Wikipedia s.v.) . Si data nella fase finale del Paleolitico Superiore, come molte altre simili, tutte rinvenute lungo i sentieri di caccia dei gruppi nomadi. Non si trovano mai statuette maschili, solo femminili, e tutte con evidenti segni di numerose gravidanze; nessuna ha un volto, non sono ritratti, e addirittura spesso, come in questo caso, il viso è celato da un casco di denti di cinghiale. Non sono donne particolari, sono la Donna.

Questo tipo di rinvenimento è rimasto un mistero fino al libro di Bachofen. Il matriarcato paleolitico sarebbe scaturito dalla mancata connessione logica tra l’unione di uomo e donna e il bambino nove mesi dopo. La gente di allora non aveva ancora potuto stabilire quali fossero gli effetti di cause lontane nel tempo. Alle donne si attribuiva la facoltà divina di generare da sole: dunque erano dee.

Se lo dici oggi, la gente ride. Ma in fondo, se ben guardiamo, anche a noi qualcuno l’ha spiegato come nascono i bambini.

Poi, e probabilmente fu una donna, che come dea non andava a caccia e attendeva fuori dalla caverna il cibo, a capire che nel luogo dove era caduto un seme tempo prima era nata una pianta. A quel punto la connessione tra fatti lontani nel tempo fu stabilita. Era nata l’agricoltura e per noi donne la pacchia era finita. Ancora se ne pagano le conseguenze :).