Coronavirus 9: Ottantenni (vietati commenti politici perchè non è un post politico)

Se è vera la notizia che un presentatore olandese ha deplorato le terapie fornite contro il Coronavirus ad ottantenni obesi e fumatori che fra due anni potrebbero essere morti (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/coronavirus-presentatore-tv-olandese-kelder-inutile-salvare-anziani-obesi-e-fumatori-moriranno-entro-2-anni-be237ed4-1830-4afb-b651-67a30f5a1759.html), ci sono molte, moltissime considerazioni da fare. Di seguito, alcune di esse:

  1. Fra due anni potrebbero essere morti anche sessantenni, cinquantenni, quarantenni. Meglio non curare più nessuno?
  2. Max Weber aveva connesso la genesi del capitalismo alla religione protestante , che riteneva la floridezza economica prova certa di un benigno giudizio divino di salvezza. Così, nell’Europa del Nord, la spinta ad accumulare capitali fu, e rimane ancor oggi,  molto più forte che nell’Europa meridionale, dove la Chiesa Cattolica ha come modello (non sempre seguito) San Francesco . Una differenza di mentalità di lunga durata, che genera quel che a Sud viene giudicato un incrudelimento del capitalismo.
  3. Quando si sposta un paletto morale, chiamiamolo così, è molto difficile stabilire un nuovo punto in cui fissarlo. Se oggi mi sembra inutile, ed economicamente dannoso, curare gli anziani, e procedo a non farlo, domani potrò decidere di non curare i trentenni, i biondi, le persone che non mi piacciono.  O si curano tutti o nessuno.
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  5. Questo lo aveva ben capito Picasso. In Guernica la statua in frammenti del guerriero antico con la daga spezzata in mano è la fine dell’antico modo di combattere, basato su una qualche forma di codice etico (non si colpiscono donne e bambini, se l’avversario scende da cavallo scendi anche tu per essere alla pari ecc…).E il guerriero soggiace alla lampadina elettrica, simbolo del progresso che ha portato solo morte. Non è il ricordo di un singolo bombardamento, sia pur grave, ma l’annuncio che da quel momento in poi tutto sarà possibile in virtù dell’abbattimento di un cardine morale, che non si uccidono i civili e i disarmati. Sette anni soli separano Guernica da Hiroshima.

Quando eravamo grandi

A Utrecht qualche anno fa ho visto nel pavimento di pietra di una piazza del centro una fessura rivestita di bronzo che l’attraversava tutta; e dalla fessura uscibva una nebbia leggera. (per un’immagine: https://www.ikreis.net/p-673/fietsen-langs-de-limes)

Ho chiesto a una signora che passava

-E’ l’antico limes, quello dei Romani-

Ho sentito un brivido lungo la schiena. Che  qualcuno in Europa fosse fiero del passato romano, tanto da museificarlo nel pavimento di una piazza, come a dire, noi siamo colti, siamo civili, siamo discendenti degli antichi Romani, mi ha commosso, lo ammetto. Noi in Italia facciamo scempio del nostro passato, altri in Europa vanno fieri di esso.

Eravamo grandi, e non mi riferisco certo alle conquiste militari, alla virtus guerriera, all’imperialismo, ma a quel che veramente resta, il diritto, e l’acqua calda nelle terme per tutti: quando i romani arrivarono in Olanda i Frisoni stabilivano il loro capo in base all’altezza del cumulo di spazzatura sul quale aveva costruito la sua capanna.

Eravamo grandi. Forse lo saremo ancora, ma non si vede nessuna luce (Ahi serva Italia...).  O forse sì?

Un amico olandese mi ha detto, per esaltare l’Italia, You have the best foood in the world (e qui mi sono un tantino arrabbiata, perchè di questo non se ne può più, e perchè uno si chiede: se vi piace tanto, perchè non imparate a cucinare la pasta come si deve?); ma poi ha aggiunto and your voice is always full of emotions.

E’ vero. Forse un po’ di luce c’è.

Olanda, ancora

I supermercati olandesi sono molto diversi da quelli irlandesi e molto simili ai nostri. Banchi enormi di freschi, in entrata; reparto alcolici ragionevole e in uscita, accanto ai detersivi; montagne di formaggi meravigliosi, come questo:

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Moltissima cucina indonesiana, in virtù delle colonie di un tempo considerata alla stregua di quella locale (invisibile, patate e carne, bunissime, in localetti da scoprire col lanternino).

Alla periferia delle città, nessun cimitero o ospedale. We are immortals, ha riso il mio amico olandese quando l’ho osservato. La morte evitata anche col pensiero, o forse ridotta alla stregua di cosa banale, da sbrigare in fretta e senza dar fastidio, peggio ancora.

Una ricchezza, una tranquillità, una pulizia di tutto, un buon gusto tali da gettare nello sconforto qualunque abitante dell’Europa meridionale. Davvero umiliante. Poi ti chiedi cosa nasconda tutto questo, quale negazione o terrore e ti ricordi della morte negata o razionalizzata.

Al Museo Van Gogh eravamo tutti non olandesi. In Italia è impossibile che nei musei non vi siano italiani, in Olanda non ci sono gli olandesi. Forse per questo lui se ne è andato. I miei ragazzi hanno chiesto di visitarlo nelle ore libere. Il museo era straordinario, grondava dolore come nessun altro posto al mondo.

Ma gli italiani, gli italiani sì, sanno come guardare un quadro, chiedete a loro, scriveva Chastel. Questo ancora nessuno ce l’ha tolto.

E io mi godo il nostro sottosviluppo.

 

Cucina antica 4, (Olanda, I love you)

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In Olanda per una settimana, e poi una settimana di febbre al ritorno (ovvio, passando dai 26 gradi siciliani ai -5 olandesi). E durante la febbre ho rimpianto l’Olanda. Anche ora nel dopo febbre.

Un grande popolo. E non solo perchè hanno strappato la loro terra al mare, non solo perchè sanno far soldi dal nulla. Ma anche per come amano il loro passato. Questa cucina era in un paesino di mulini a nord di Amsterdam, circa 6 m. sotto il livello del mare. Per un attimo ho pensato di essere dentro un quadro di Vermeer.