Pescivendolo poetico

Il pescivendolo che mi rifornisce di pesce ha 2 numeri di telefono, un fisso per i clienti normali, un cellulare (riservatissimo) per i clienti migliori (=polli da spennare). Ovviamente rientro, consapevolmente, tra i polli.
Lo perdono per due motivi:

  1. il pesce meraviglioso, pescato qua davanti o poco oltre
  2. l’afflato poetico che manifesta solo al cellulare.

Ieri ho telefonato (al cellulare)

-Buongiorno, che pesce ha oggi?-

-Signora! Signora!- commosso -Sul mio bancone c’è tutto il mare!-

Tra orrido e sublime

Catania, lungomare

L’orrido risiede nel pensiero del suono tremendo che avrà prodotto, nel Medioevo, l’incontro tra il fronte lavico e l’acqua del mare; il sublime nel perfetto, inconsueto equilibrio tra due colori che solitamente non accostiamo, il blu e il nero.

Non fate il bagno dopo mangiato

E bevuto. E’ capitato a me qualche anno fa e sono viva perchè quel Qualcuno che da lassù ci ama mi ha messo una mano sulla testa. E per mio padre che per anni e anni, da bambina, mi aveva imposto allenamenti durissimi in piscina –un giorno mi ringrazierai, diceva. Gli parlava il cuore, come dicono in Sicilia.

Avevo bevuto una Coca Cola e c’erano circa 45 gradi. Mi sono tuffata. Da noi ci sono gli scogli, e sin dalla riva non si tocca. Ho iniziato a nuotare e d’improvviso, quando già ero piuttosto lontana, ho sentito le mani e i piedi paralizzati. Ho alzato una mano dall’acqua ed era gonfia come un pallone. Il cuore sembrava impazzito, un cavallo a corsa pazza nel petto. Non potevo gridare, il bagnino lontanissimo, a riva solo anziane e placide signore con le cuffie di gomma a margherite che sguazzavano a cagnolino. Ho capito che non potevo sprecare energie cercando di farmi notare e che dovevo salvarmi da sola.

Ho nuotato come mai in vita mia, imponendo alle mani e ai piedi, ormai morti come pezzi di legno, di fare il loro dovere. Il cuore sembrava scoppiare in tutto il corpo. Appena uscita dall’acqua sono svenuta. Non uno svenimento normale, ero una pietra. Non riuscivano a farmi riprendere. Dopo il buio ricordo solo il freddo sul viso e i visi altrui terrorizzati intorno a me. E quel non riuscire a muoversi, nemmeno al risveglio, le coperte, le grida. E la gratitudine per mio padre. Se fossi stata più lenta a nuotare sarei morta in acqua.

Non fate il bagno dopo mangiato e dopo aver bevuto cose fredde. E’ tutto vero.

Albe

Io sono quella che si alza prima a casa. I Figli potrebbero dormire fino all’ora di pranzo pur andando a letto alle 22; pare che ci sia un piacere nel dormire che mi resta sconosciuto. Ma loro perdono il piacere dell’alba. Da ogni finestra di casa si vede il mare, che per noi è ad est. Quando finisce la notte e i pescherecci rientrano, il sole sorge rosso e veloce dall’azzurro, come qualcuno gli avesse dato un calcio da sotto. E viene da ringraziare per tanta bellezza.

Allora esco col cane che insieme a me, come me, si slancia felice verso il nuovo giorno. E incontro il popolo dell’alba, che è completamente diverso dalla gente comune. Qualche clochard si risveglia piano tra i cespugli della piazzetta; un paio di tizi, che  vivono in macchina, si lavano alla fontanella; il panificio regala il pane del giorno prima a chi lo chiede, in genere quelli che frugano la sera nei cassonetti.

L’altro giorno la fontanella era deserta, ma qualcuno aveva lasciato l’acqua aperta. Ho fatto per chiuderla e uno dei barboni è emerso dai cespugli farfugliando -La lasci aperta signora, altrimenti gli uccellini non possono bere- e così ho fatto. Una saggezza superiore. Sei un santo amico mio, se ti preoccupi degli uccellini quando tu non hai nulla.

Poi si fanno le sette e mezza, cala una saracinesca invisibile e questo popolo torna nell’ombra. Mamme tutte carine accompagnano i bambini a scuola.

Domenica

IMG_2248 Basta allontanarsi un po’ da Taormina, che è là sullo sfondo, e i prezzi si dimezzano, ma la bellezza della domenica non cambia. Dall’altro lato si ergono le montagne della Calabria: lo stretto di Messina è di una bellezza sconvolgente, soprattutto perchè Messina non è di moda. Povera città di passo e di poco prezzo, che ancora non si è risollevata dal terremoto del 1908.

L’acqua è questa qua sotto ed è stranamente calda. Le correnti che vengono dallo Stretto, quelle di Scilla e di Ulisse, portano verso sud, verso Taormina e bisogna saper nuotare molto bene, tanto da mantenere la calma quando ti vedi così lontano dal tuo ombrellone e ti sembra di non poterci ritornare e di non poter mai vincere la forza dell’acqua. Sarà per questo che tutti restano a mollo lungo la battigia e non sanno cosa si perdono.

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Io mentalmente ringrazio mio padre che mi obbligò ad anni di nuoto agonistico e rientro a riva con i Figli e con finta nonchalance al mio ombrellone, mentre i Figli ringraziano mentalmente me, che ho fatto la stessa cosa con loro, ma non me lo diranno mai.

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Poi, al costo di un toast a Taormina, involtini di cernia, calamari o pesce spada, a scelta, con caponata.
N.B. In Sicilia si fa un involtino di tutto. Ed è sempre, invariabilmente, squisito.

 

Dopo di che il sangue umbro ha avuto la meglio. Sono tornata a casa mentre tutti arrivavano.

Mare pasquale

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Oggi il mare è stato di un’allegria tremenda, pasquale davvero.

Faceva pensare al verso di Eschilo, Elena bella come un sorriso di mare in pace ( e, in coscienza, quale donna può reggere un confronto così splendido? Forse solo la divina Marilyn).

In pace, pieni di allegria: la vera Pasqua.