Lasciateci un po’ di smart working, please

Molte cose non possono avvenire on line, siamo d’accordo; la didattica a distanza non ha lasciato traccia alcuna nei ragazzi, è stata come una mano che passa nell’acqua, non erano necessari i test INVALSi per saperlo; la didattica in presenza è fondamentale, questo è certo.

Però, però…le riunioni, lasciamole on line. Lavoro meglio. Sono più contenta se posso fumare, ebbene sì, lo confesso, fumare! durante una riunione tra colleghi; ho scoperto che posso essere molto più indulgente e paziente nei confronti delle lungaggini del lavoro pomeridiano, se posso stare a casa e, mentro ascolto, accarezzare il mio cane accucciato presso di me. E, soprattutto, se posso inquinare molto di meno questa bella terra, evitando un paio di ennesimi spostamenti e di emissioni nocive.

Smart working, cum grano salis.

Superlavoro

Un periodaccio di superlavoro. Se l’ho già scritto, lo ripeto: il lavoro è una condanna biblica. Non ero nata per questo. Tutt’al più ero adatta a sorvegliare le mie terre nel selvaggio Ovest pattugliandone i confini a cavallo, armata di Winchester, nulla di diverso.

Che cosa trafugare?

Giorni di lavoro atroce. L’altro ieri ho dimenticato sul mio tavolo il cellulare (piuttosto bello e piuttosto nuovo) e l’involto con i due arancini che erano il mio pranzo. Quando sono tornata indietro dopo un paio d’ore, il cellulare c’era, grazie a Dio, ma gli arancini no.

Meglio così 🙂