I cani sanno tutto

Sono io ad averlo dimenticato. Oppure ho voluto dimenticarlo, quando ho visto la nostra Kate abbandonare la sua cuccia e sdraiarsi di notte ai piedi della tua parte di letto, come ha fattto solo presso il letto del Figlio Piccolo quando aveva la polmonite, anni fa. Come allora, a un certo punto ha smesso ed è tornata a dormire nel suo lettino, ma non per la guarigione in corso, perchè non c’era più nulla da fare -solo io non ho voluto capirlo. Con tutte le forze mi sono ripetuta, sino a crederlo, che andava bene, che il virus non aveva presa su di te.

Invece il Covid ti ha portato con sè, molto lontano da noi, in modo subdolo e malvagio come è il suo stile, non febbre, né tosse, nè dolori, solo il silenzio che si stendeva sempre più profondo dalla tua parte di letto a tutta la casa fino il ricovero è stato necessario e le porte della terapia intensiva si sono aperte per non restituirti più.

Eppure mi sento fortunata. Per trentacinque anni, ho avuto accanto un marito meraviglioso.

Adesso tu riposi e voli nella Sua bellissima luce; e incontri a banchetto i tuoi cari, i tuoi maestri, e coloro le cui case ed ossa hai interrogato e fatto parlare per sottrarle all’oblio. Noi qui continueremo la tua lotta contro il buio che sembra minacciarci tutti.

Un grazie speciale ad alcuni medici, alle cui cure io e miei figli dobbiamo gli ultimi anni insieme a te, che non credo fossero scritti e che sono stati i più belli e i più importanti, nonostante la sofferenza fisica, perché abbiamo potuto dirci le parole che andavano dette, capito ciò che andava capito.

Te ne sei andato mentre l’Europa riapriva tutto, discoteche, voli, musei e teatri. E per me tutto si è chiuso.

Vaccino

Venerdì ho fatto il vaccino Astra Zeneca. Organizzazione perfetta, non sembrava nemmeno di essere in Sicilia -me lo perdonino i miei amici siciliani. In un’ora avevo fatto tutto.

La notte febbre a 40 e delirio. Vedevo il luogo del vaccino, udivo una voce che mi diceva di trasformare ciò che vedevo in PDF, quindi PDF scorrevano davanti ai miei occhi a gran velocità. Al risveglio stavo già bene.

Due osservazioni:

1- il personale dell’enorme padiglione nel quale si facevano i vaccini era tutto giovane, diciamo under 30 o giù di lì, e gentilissimo, quasi lieto. Sarà perchè erano giovani? Mi pare che i cinquantenni già si sveglino inferociti e ben decisi a farla pagare a tutti, così, solo perché gli va. Se divento così, abbattetemi.

2-il primo sentimento è stato di liberazione; il secondo di tristezza perché, se sono liberata solo io e non i miei familiari e tutti quelli intorno a me, che cosa abbiamo concluso?

Soccorso

I numeri della mia regione fanno paura. Sento il virus col fiato sul collo. Muoiono nelle case vicine.

Poi, durante una passeggiata col cane, c’è l’airone candido nell’acqua sporca e la palma che cresce quasi senza terra, nonostante tutto. Una specie di colomba di Noè -il mondo in un lampo torna ad essere un posto meraviglioso e deporre le preoccupazioni, anche per un solo istante, è un sollievo straordinario. Rientro con un sentimento di gratitudine.

La mia generazione

La mia generazione, grazie a Dio, non ha fatto le due guerre mondiali, come i nonni, nè la seconda guerra mondiale come i genitori. Però con mio marito abbiamo fatto un rapido conto ieri sera. Noi nati negli anni ’60, in pieno boom economico, quando sapevi che lavorando ti pagavi non solo il mutuo della casa, ma anche tutto il resto, e senza rate, abbiamo passato in sequenza: l’aumento delle tasse nel ’93, il passaggio all’euro, la crisi economica del 2008, che è stata la terza guerra mondiale in un certo senso, anche se nessuno lo dice, la prima ondata Covid e ora la seconda ondata. Non male, anche se c’è stato di peggio.

A questo punto per resistere io invoco Crozza e Zerocalcare, che sono stati capaci di farmi sorridere durante il lock down, e, soprattutto, Battiato. Maestro, ho bisogno delle sue parole, sul ponte sventola bandiera bianca.

Saggezza di ragazzi

Mamma, da quando è iniziato il Coronavirus, è tutto un addio. Come faremo a tornare come prima? Così il Figlio piccolo, che non mi è mai sembrato tanto grande come oggi.

Addio per molti ragazzi come lui agli anni di liceo, o agli anni di Università, quando nascono molte amicizie importanti, e puoi incontrare, se hai fortuna, i tuoi maestri, quelli che ti faranno fare le tue scelte ( e nessuno è davvero maestro on line, inutile raccontarsi frottole). Addio, per chi sa quanto tempo, agli abbracci agli amici e ai parenti (o ai baci, qui in Sicilia ci baciamo molto). Quanto ci vorrà per smettere di aver paura, andare con gioia verso un’altra persona, salire in ascensore con qualcuno che non sia un familiare, o vedere splendere un sorriso senza doverlo dedurre al di sopra di una mascherina?

Però le cose davvero importanti sono ancora più importanti di prima e le riconosco meglio di prima. Grazie tesoro.

Didattica a distanza

Si può fare, si fa. Ma è tristissima…

La cosa peggiore per me è pensare che è stato tutto inutile, tutte le precauzioni, le regole rigidissime e strettamente osservate, inutili. Per un mese e mezzo i ragazzi sono entrati a puntate dagli accessi più strani, sono rimasti inchiodati nei banchi, non toccavano né gesso né il computer della classe, non chiedevano nemmeno di uscire per andare in bagno, ovunque scorrevano fiumi di disinfettanti per le mani, finestre e porte ovunque spalancate, noi docenti sedevamo al centro del vento, vento impetuoso ma sempre meglio del Covid: tutto inutile.

Didattica a distanza, qualcosa in loro resta, certo, imparano meno, ma imparano. Soprattutto serve a simulare davanti ai ragazzi una quotidianità che non c’è più, a dare loro un ritmo giornaliero. In fondo in fondo, è tanto.