Athena mi sta molto simpatica. Nata dalla testa di Zeus, sceglie di non sposarsi e presiede ad attività tipicamente maschili: la sapienza, la techne, la guerra. Alcuni vedono un contrasto tra la sapienza e la guerra, ma forse la guerra è intesa non come lo scatenarsi della furia bellica, per quello c’era Ares, bensì come la logica pianificazione di una strategia. Athena scruta nel buio dell’irrazionalità, dove stana e combatte i mostri, e il suo animale è la civetta che vede di notte. L’unica nota stonata è che vota a favore del matricida Oreste.
La figura di Athena è stata ripresa alla fine dell’Ottocento in una statua che replica il tipo della Parthenos fidiaca davanti al Parlamento di Vienna

Ha deposto le armi, la celata dell’elmo è sollevata e offre agli austriaci la vittoria, come nel Partenone di Atene. E , come allora, l’offerta è illusione e menzogna.
Ma nello stesso periodo, Klimt dipinge un piccolo quadro, molto più veritiero e lucido. Raffigura Pallade Athena come una fanciulla severa, dallo sguardo magnetico

Lo sguardo di chi comandava gli eroi, e che fa scrivere ad Omero, quando Achille incontra la dea, che Terribile è per l’uomo vedere gli dei immortali.
Tiene la Nike nella destra, ma non in offerta, la mano sembra trattenerla; sulla spalla sinistra la civetta, la celata dell’elmo è abbassata. La dea scruta le tenebre che stanno per avvolgere l’Europa per oltre cinquant’anni. E forse il suo sguardo manifesta la consapevolezza che neppure lei, figlia di Zeus, potrà combatterle.