Creazione di Adamo, 2

Di William Blake – The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=147900

L’acquarello di William Blake è del 1795, molto distante da Michelangelo, in tutti i sensi.

Adamo è disteso a terra, a braccia aperte, come crocefisso, preda della materia e del male, simboleggiato dal serpente. Dio è un essere alato, con ali innestate su protuberanze che crescono dalle spalle della figura in forma di radici e foglie -un Dio panteista, spinoziano, che trascorre sul primo uomo. Una medesima espressione di angoscia accomuna Dio e la sua creatura, quasi che il primo tema, trascorrendo su Adamo, di non poterlo salvare dal male. Secondo altri, potrebbe invece spingerlo nella terra. Insomma, ci sono state, fra Michelangelo e Blake, Riforma, Controriforma, Galilei e Newton, Illuminismo etc…

In ogni caso, è la prima rappresentazione iconografica della moderna idea di uomo e cioè negativa. L’uomo come ricettacolo di ogni male, distruttore del pianeta, aggressivo per natura. Tutta l’indubitabile evoluzione, l’aumento della massa cerebrale, la stazione eretta, il pollice opponibile, solo per il male. Come lo vede, insieme a tanti antropologi, anche Kubrik: https://www.youtube.com/watch?v=3ytCNJm-D8M

Quest’idea è ormai sedimentata nell’inconscio collettivo, e nel frattempo si tace, o si parla troppo poco, di scoperte che la contraddicono. Quanto segue l’ho letto in un libro di Chatwin e non ricordo più quale. Chatwin riferisce del rinvenimento, nelle grotte del Sud Africa, di crani di ominidi con i segni inequivocabili, sulla nuca, del Dinofelis, la tigre dai denti a sciabola. Si trattava in genere di ominidi molto giovani, o vecchi, o malati . Il gruppo umano dimorava all’ingresso della caverna; di notte il felino usciva e ne attaccava il più debole, ritraendosi quindi sul fondo della grotta, per attaccare di nuovo la notte seguente.

All’improvviso, negli strati più recenti, i segni dell’attacco sugli ominidi non si trovano più, i crani sono tutti intatti, pur in presenza delle ossa del predatore . Qual è l’unica ricostruzione possibile? Che uno di questi primissimi uomini, stanco e addolorato al vedere ogni notte assottigliarsi il gruppo, abbia trovato la forza di costringere il suo pollice intorno a un sasso e lo abbia scagliato contro il predatore. E ancora e ancora, fino ad ucciderlo. Il pollice opponibile sarebbe nato dunque, non per uccidere, ma per salvare un altro ominide, e il linguaggio come richiamo e segno di allerta. Insomma, per natura saremmo solidali, non aggressivi. E’ l’aggressività che viene indotta dalla civiltà, non la solidarietà.

Forse davvero c’è stato, nel lungo processo che ci ha separato dalle scimmie, una luce, un soffio vitale e divino, un monolite, un collegamento neuronale nuovo.

Creazione di Adamo,1

da Wikipedia, s.v., https://it.wikipedia.org/wiki/Creazione_di_Adamo#/media/File:Creaci%C3%B3n_de_Ad%C3%A1n.jpg

Un breve riassunto tratto da un libro tanto entusiasmante, quanto ricco di dottrina: https://www.ibs.it/sistina-svelata-iconografia-di-capolavoro-libro-heinrich-w-pfeiffer/e/9788816409330

Adamo, su una collinetta spoglia, dietro la quale si vede in azzurro il profilo del monte che Michelangelo bambino vedeva dalla sua casa di Caprese, è solo, poiché non è ancora creatore. Non è in ginocchio, non striscia, non è un inerte pupazzetto, come nel Medioevo (Duomo di Modena, Wiligelmo); disteso, ha l’atteggiamento di chi attende un dono meritato, da parte di suo Padre

da: https://www.artesvelata.it/storie-genesi-wiligelmo/

Dio giunge a portargli la vita in un mantello gremito di esseri: è Creatore. Ha un aspetto possente, ma i capelli bianchi: è l’Eterno di Giorni. Il mantello, color porpora in segno di regalità, ha la forma di un encefalo umano: Dio è razionalità.

Ma la Genesi ci dice che la Trinità creò Adamo ( e Dio disse” Facciamo l’uomo a nostra immagine somiglianza). E così Dio è Trinità: il Padre, lo Spirito come vento che gonfia il mantello, il Figlio come bambino accanto al viso del Padre, a destra. Però il bambino si ripete a sinistra, trattenuto dalla mano del Padre: è Cristo come Incarnazione. Cristo dunque appare due volte, come persona della Trinità e come uomo, in atto di fuggire dal destino di morte, e in esso trattenuto dal Padre.

Sotto il braccio sinsitro del Padre c’è una figura di donna, bella, con uno sguardo fisso su Adamo, che dà i brividi: è Eva e gli è destinata. Dio è quindi Onniscienza. Ma la Donna è vicina a Cristo come Uomo, quindi è anche la Donna vestita di Sole che schiaccerà il serpente: la Vergine Maria.

E il Nemico? Non manca. E’ nel punto più oscuro del mantello, sotto Cristo come persona della Trinità, e volge uno sguardo carico di invidia e rancore al suo Creatore. E proprio da qui scaturisce il velo verde, simbolo di speranza e della nuova ed eterna alleanza.

C’è tutto, proprio tutto. Una sintesi così poderosa è solo di Dante, che appunto Michelangelo riconosceva come l’unico suo pari.

Rapidamente l’iconografia della creazione di Adamo cambia ed è importante, perchè ogni sua raffigurazione è il segnale del modo in cui l’uomo pensa sé stesso.