
L’acquarello di William Blake è del 1795, molto distante da Michelangelo, in tutti i sensi.
Adamo è disteso a terra, a braccia aperte, come crocefisso, preda della materia e del male, simboleggiato dal serpente. Dio è un essere alato, con ali innestate su protuberanze che crescono dalle spalle della figura in forma di radici e foglie -un Dio panteista, spinoziano, che trascorre sul primo uomo. Una medesima espressione di angoscia accomuna Dio e la sua creatura, quasi che il primo tema, trascorrendo su Adamo, di non poterlo salvare dal male. Secondo altri, potrebbe invece spingerlo nella terra. Insomma, ci sono state, fra Michelangelo e Blake, Riforma, Controriforma, Galilei e Newton, Illuminismo etc…
In ogni caso, è la prima rappresentazione iconografica della moderna idea di uomo e cioè negativa. L’uomo come ricettacolo di ogni male, distruttore del pianeta, aggressivo per natura. Tutta l’indubitabile evoluzione, l’aumento della massa cerebrale, la stazione eretta, il pollice opponibile, solo per il male. Come lo vede, insieme a tanti antropologi, anche Kubrik: https://www.youtube.com/watch?v=3ytCNJm-D8M
Quest’idea è ormai sedimentata nell’inconscio collettivo, e nel frattempo si tace, o si parla troppo poco, di scoperte che la contraddicono. Quanto segue l’ho letto in un libro di Chatwin e non ricordo più quale. Chatwin riferisce del rinvenimento, nelle grotte del Sud Africa, di crani di ominidi con i segni inequivocabili, sulla nuca, del Dinofelis, la tigre dai denti a sciabola. Si trattava in genere di ominidi molto giovani, o vecchi, o malati . Il gruppo umano dimorava all’ingresso della caverna; di notte il felino usciva e ne attaccava il più debole, ritraendosi quindi sul fondo della grotta, per attaccare di nuovo la notte seguente.
All’improvviso, negli strati più recenti, i segni dell’attacco sugli ominidi non si trovano più, i crani sono tutti intatti, pur in presenza delle ossa del predatore . Qual è l’unica ricostruzione possibile? Che uno di questi primissimi uomini, stanco e addolorato al vedere ogni notte assottigliarsi il gruppo, abbia trovato la forza di costringere il suo pollice intorno a un sasso e lo abbia scagliato contro il predatore. E ancora e ancora, fino ad ucciderlo. Il pollice opponibile sarebbe nato dunque, non per uccidere, ma per salvare un altro ominide, e il linguaggio come richiamo e segno di allerta. Insomma, per natura saremmo solidali, non aggressivi. E’ l’aggressività che viene indotta dalla civiltà, non la solidarietà.
Forse davvero c’è stato, nel lungo processo che ci ha separato dalle scimmie, una luce, un soffio vitale e divino, un monolite, un collegamento neuronale nuovo.