Lazzaro, forse

da Wikipedia, s.v.

Resurrezione di Lazzaro, il Vangelo di oggi. Il mistero , oltre alla resurezzione, sono le lacrime ei Cristo davanti al sepolcro dell’amico. Piange forse di dolore? ma sa che lo farà risorgere, è lui il Figlio di Dio. Piange per il dolore delle sorelle? la risposta è identica. Seguo l’idea di Santucci: Cristo piange perché sa bene ciò che sta per fare a Lazzaro. Sa a cosa lo sta richiamando, al dolore, alla prigionia della vita su questa Terra. Lo va a cercare e lo riporta qui, e questo è un affronto, lo sa bene.

Caravaggio sembra seguire questa stessa interpretazione. Nella Resurrezione di Lazzaro, dipinta a Siracusa e ora al museo di Messina, Cristo compie lo stesso gesto del Padre quando dona la vita ad Adamo, nella cappella Sistina -un omaggio al grande Michelangelo, di cui Caravaggio portava il nome. Ma Lazzaro rifiuta la chiamata, teso in uno spasimo; non vuole lasciare la Casa vera. Intorno, le reazioni che sarebbero anche le nostre nell’assistere a una resurrezione: lo stupore quasi indignato degli operai che sollevano la lastra, le lacrime di gioia delle sorelle di Lazzaro, le voci e i richiami degli astanti sconvolti alle spalle di Cristo.

Secondo tradizioni locali, il pittore, sconvolto dalle critiche ricevute per questa tela, l’avrebbe presa a rasoiate. Ci sono cose che non vanno dette, né dipinte.

18 pensieri riguardo “Lazzaro, forse

  1. Ottimo articolo e ottima la considerazione finale, Mocaiana (donna felice del tuo pellegrinaggio🌹).
    Non sono Caravaggio né Michelangelo, ma anch’io ho disegnato Lazzaro con le mie parole
    Lazzaro

    Sei nuovamente fra noi
    morti prima della tua resurrezione
    che ti chiedono come hai vissuto – sì
    vissuto – tra tafani e vermi
    nel buio dell’incoscienza
    se hai vagato come un uccello
    in cieli liquidi e sconosciuti
    se scricchiolava la sabbia davanti ai tuoi passi
    se la notte era velluto verde
    se una luce brillava di angeli azzurri
    o di folgori nelle tempeste
    se ripensavi alla tua vita passata
    o se tutto era spento come la vita di un sasso.
    Il tuo corpo lo ha preso in mano Cristo
    e l’ha rilanciato nel fiume turbolento della vita.
    Ora che sei nuovamente fra noi
    ondeggi nel ribollio sordo del sangue,
    nel vuoto della mente
    che cerca di suturare la ferita della morte
    nell’urgenza della carne
    che torna a desiderare e soffre.
    Se chiudi gli occhi senti
    il sapore della nuova vita e l’aspro
    futuro di una nuova morte.
    Non hai paura di tornare tra le sue braccia?
    Braccia! O il nulla da cui
    sei stato appena liberato?
    16/01/2022

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  2. “la Casa vera”…

    Lazzaro vi fu dopo in “la Casa vera”: prima della discesa di Gesù agli inferi tutte le anime erano lì destinate, Così recita il Catechismo della chiesa Cattolica:

    “La Scrittura chiama inferi, Shéol o Αιδην il soggiorno dei morti dove Cristo morto è disceso, perché quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio. Tale infatti è, nell’attesa del Redentore, la sorte di tutti i morti, cattivi o giusti; il che non vuol dire che la loro sorte sia identica, come dimostra Gesù nella parabola del povero Lazzaro accolto nel « seno di Abramo ». « Furono appunto le anime di questi giusti in attesa del Cristo a essere liberate da Gesù disceso all’inferno ». Gesù non è disceso agli inferi per liberare i dannati né per distruggere l’inferno della dannazione, ma per liberare i giusti che l’avevano preceduto.”

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  3. Davvero interessante… Santucci può essere strano ma non banale e questa sua tesi mi era ignota. Bella la tua trasposizione al dipinto, e molto acuta la considerazione su ciò che non fa piacere sia detto in questo mondo di stolti.
    Detto ciò, con rispetto, io viaggio molto più terra-terra, per cui senza togliere nulla al fascino di quanto dici, ho sempre pensato che quelle lacrime siano “solo” conseguenza dell’umanità di Cristo, il cui caro amico era morto. Schizofrenia tra Cristo uomo e Cristo Dio? No, dai, ma a volte penso che deve essere stato ben complicato conciliare oro e argilla. Perché Lui era veramente enrtambe le cose. Cos’ l’uomo ha pèianto la morte dell’amico ed il dolore delle amiche, ma il Dio l’ha riportato in vita.
    Quanto all’immagine di tale resurrezione, io ho ne ho in mente una “diversamente drammatica”, quella nel film Barabba, tratto dal romanzo di Pär Lagerkvist, dove il Mistero incute timore… quasi paura.

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  4. Una nuova prospettiva che mette i brividi. Ho ascoltato almeno un paio di omelie curate, fatte da sacerdoti che stimo tantissimo, rispetto a questo episodio/brano del Vangelo. Entrambe le omelie sottolineano quanto Gesù sia umano, cioè non solo simile a noi ma vicino, a noi. Persino Lui si commuove (lo fa in soli 3 eventi, in tutti i Vangeli). Uno di questi è,appunto, in occasione della morte dell’amico, fratello di Marta e Maria, anch’esse amiche di Gesù. Ciò che lo spinge a fare il miracolo (parafrasando il concetto assorbito), è la fede di Maria quando Gli dice: “Se Tu fossi stato qui non sarebbe successo” (forse anche Marta lo ripete o lo insinua con lo sguardo, non ricordo). È chiaro che Gesù è sempre stato con loro (e quindi con noi, con ognuno di noi), ma quella disperazione, quel rimbrotto disperato (che non è mancanza di fede dovuta all’assenza fisica del Signore, ma fede nelle possibilità Sue), Lo obbligano moralmente (se così posso permettermi di dire) a chiudere quella ferita comune. E Lazzaro torna alla vita.
    Bene! La tua versione (quella da te riportata) mi ha un pò shockata! Ma mi piace.
    Grazie Mocaina 😉 È sempre un grande piacere leggere i tuoi articoli, avvicinarsi al tuo mondo ricco di cultura, curiosità, apertura. Ti voglio bene 😘

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