Piccole, modestissime, note sulla Gioconda, 1

immagine tratta da Wikipedia s.v. Lisa Gherardini

Sulla Gioconda si è scritto di tutto, e ora mi ci metto anch’io :).

Si è detto che è Leonardo in abiti femminili; che è una dichiarazione d’amore per il suo allievo prediletto; che è Lisa Gherardini; che NON è Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, da cui il nome col quale è conosciuta; che è Isabella d’Aragona; che NON è Isabella d’Aragona; e così via. Walter Pater scrive la Gioconda è un vampiro, una non-morta che si nutre della vita, e senza dubbio può dare un’impressione inquietante.

Difficile spiegare perchè, se è un ritratto, Leonardo non l’abbia consegnato e l’abbia portato con sè in Francia; e anche per qual motivo, se è una dama fiorentina, abbia alle spalle un tratto dell’Arno identificato col ponte di Buriano, presso Arezzo.

La Gioconda è in lutto stretto, cosa che sfugge a noi, abituati vestirci di nero sempre e comunque; però non risultano, nella vita di Lisa Gherardini in quegli anni, morti di familiari che lo giustifichino.

L’ipotesi di Argan è che il ritratto abbia acquistato per Leonardo, nel tempo, un valore diverso da quello di una semplice commissione artistica e che l’artista abbia ad esso affidato un messaggio che non poteva ancora dirsi, ciò di cui scrisse Spinoza molto tempo dopo, quel ciclo naturale perenne di nascita e morte, di distruzione dalla quale germoglia una nuova vita, che va sotto il nome di natura naturans. La Gioconda è a lutto, ma con le mani accenna auna probabile gravidanza; nel paesaggio, ben conosciuto da Leonardo nei suoi vagabondaggi infantili, la presenza di roccia e acqua allude alla trsamutazione della sterile pietra in terreno friabile adatto ai germogli nuovi.

Un concetto che il mio amatissimo Antico Egitto, quattromila anni prima del Rinascemnto italiano, personificava con la dea Sekhmet, figura femminile con testa leonina, dea della guerra e della devastazione, che però tiene in mano la chiave della vita:

Ma cosa avrà pensato Monna Lisa durante le sedute di posa? Si sarà annoiata, come racconta Vasari, o spaventata dai discorsi strani di Leonardo? O quel suo sorriso, un poco condiscendente, signifca che sapeva qualcosa che Leonardo ignorava, o non comprendeva?

11 pensieri riguardo “Piccole, modestissime, note sulla Gioconda, 1

  1. E’ bellissimo questo tuo dire sulla Gioconda! Molto più interessante di altre lette da grandi nomi! Sei bravissima, hai tutta la mi ammirazione perchè riesci a entrare nei particolari e farci vedere quello che non abbiamo mai visto, pur avendolo sott’occhi. Invidio i tuoi alunni!!!! ❤ 🙂

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  2. Apprezzo molto il tuo interesse per l’arte ed il bello; anche per questo ti seguo.
    Alcuni studiosi sostengono che Cesare Borgia ebbe a Roma una relazione dalla quale nacque un bimbo e che la madre morì di parto. Per la qual cosa il padre chiese a Leonardo l’ideale ritratto di una madre dal quale il figlioletto potesse trarre consolazione. Ma anche Leonardo era vissuto senza madre e pertanto é facile supporre che egli, visto che doveva lavorare di fantasia, in qualche modo, sia pure in parte inconsciamente, abbia dipinto il volto della propria madre. Forse é per questo motivo che non volle mai separarsene fino alla morte. Dal punto di vista dell’arte, della tecnica e dello specifico della ritrattistica l’opera é straordinaria e segna una svolta storica nella rappresentazione della figura umana. Forse il solo Velázquez segue in questo senso le orme di Leonardo nel suo ritratto di papa Innocenzo X.

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  3. Per meglio chiarire: Leonardo oltre il ritratto ha tentato o voluto o riuscito a dipingere l’anima di quella donna o, come sostengono alcuni, l’amore materno. Così come Velázquez riesce a mostrare tutta la potenza, l’arroganza e la determinazione di Innocenzo X

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