Apocalypse today

All’alba, il boato del vulcano e la pioggia di terra nera in un caldo già terribile prima che sorgesse il sole.

I ragazzi che fanno gli esami, emotivamente devastati da un anno e mezzo di pandemia e Dad, piangono al termine del colloquio perchè è l’ultimo giorno nella loro scuola (io sono stata FELICE di uscire di scuola! Finalmente l’Università!).

I militari del posto di blocco, al sole sotto le nostre finestre, verso le due chiedono di usare a turno il bagno della scuola. Hanno gli anfibi, la camicia di cotone pesante, il giubbotto antiproiettile e grondano sudore. Stazionano qualche minuto in più nella portineria, per riprendersi; gli offriamo il caffè freddo, un bicchiere di latte di mandorla. Loro quasi si commuovono, bevono e tornano fuori, nell’inferno.

44 gradi, terra nera ovunque.

13 pensieri riguardo “Apocalypse today

  1. Mamma mia!!! Scenario apocalittico… e quel cercare di ridestare le menti e rinvigorire i muscoli già stanchi di quei militari… mi sembra uno dei racconti di mia nonna… quando giovanissima sfollata con due bimbi piccolissimi e l’ultimo in arrivo – (e da lì a poco sarebbe diventata anche vedova) – dava ristoro a “quei soldati tedeschi che, poverini, erano cosi giovani pure loro…”
    Un abbraccio con tanto affetto… Resistete tutti 💞💞💞

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  2. Una scena avvero infernale quella da te descritta! Non bastava il caldo, ci voleva anche la cenere del vulcano!! Per fortuna la scuola è finita, nel senso che per molti inizierà una nuova avventura che porterà nuove energie, curiosità, voglia di scoprire. Incrociamo le dita riguardo al prossimo anno. Che il covid sparisca come è arrivato!!!! Bravissimi a dare conforto ai militari del posto di blocco. Lavorare sotto il sole e con quelle divise….un disagio impensabile!!!! Un fresco saluto cara Mocaiana !!! 🙂

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  3. Anche la notte prima della mia laurea, l’Etna (o Iddu come lo chiamavo io) aveva deciso di sfogarsi un po’. Il giorno dopo i miei hanno rischiato di non riuscire ad arrivare a Catania in macchina perché le strade erano impraticabili ed anche io con il mio tacco dodici che sprofondava nell’asfalto cosparso di cenere lavica ho rischiato un paio di volte la frattura del femore. 😂😭
    Che ricordi!
    (P.s. Era il 1998. E il tuo?)

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