Gap generazionale

Alla scoperta che i ragazzi non avessero idea di Silvio Pellico, dello Spielberg e di Maroncelli, attacco una tirata come Dio comanda: com’è possibile che voi non conosciate ecc... concludendo: io quand’ero piccola ero così appassionata del Risorgimento che avevo la raccolta di figurine Panini!

Classe a disagio, un alunno, inferendo dall’esistenza di una raccolta Panini la relativa contemporaneità, come accade oggi, esclama stupito -Perchè prof, a quei tempi LEI C’ERA?

Seconda tirata mia – Come puoi pensarlo? Non era come oggi, che se esce il film di Harry Potter il giorno dopo ci sono le figurine! Ho fatto anche la raccolta dei dinosauri, cosa vuol dire, che vivevo tra i raptor? E chi sono io, HIGHLANDER????-

-prof, chi è Highlander?-

Fra noi e voi, cari ragazzi, se non conoscete Highlander, non c’è solo un gap generazionale, ci sono millenni, ere geologiche, eoni. Mi sento vecchissima.

36 pensieri riguardo “Gap generazionale

  1. Quando noi eravamo adolescenti, il mondo degli adulti ci sembrava fantastico e volevamo avere il loro sapere. Poi con la giovinezza abbiamo iniziato a mettere dei paletti tra loro e noi, ma sempre abbiamo conservato la memoria delle loro epoche. Oggi invece la memoria funziona per l’arco di un giorno, o di un mese o al più di sei. Poi tutto scompare nel nulla. E così noi agli occhi degli adolescenti veniamo fuori da epoche sprofondate nel nulla. Me ne lamento? No! Mi spiace per loro che sono in balia dell’oggi e, quel è peggio, della massa ondeggiante e smemorizzante.

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  2. In effetti il senso della profondità storica è piuttosto raro tra gli alunni. Penso che ci siano molte ragioni, una delle quali è il programma di storia svolto alla primaria, che è paradossalmente astratto a un’età in cui si ha bisogno di cose concrete. Anni di preistoria e poi in quinta un po’ di storia antica, con quella romana fatta di corsa, proprio la storia romana che permetterebbe loro di imparare meglio che cosa è la successione cronologica.

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  3. E’ questa semplicemente un’altra epoca. Altri canoni, altri interessi altre procedure altre disponibilità, altra velocità. Stai pur certa che se dopo quanto accaduto i tuoi studenti volessero sapere del risorgimento e di Pellico, impiegherebbero un decimo del tempo che allora occorse a noi. E’ grave che ancora non sappiano ? Certamente, ma non é soltanto colpa loro cara amica; non sono stupidi, anzi. Comunque la si pensi rimane innegabilmente enorme la nostra responsabilità.

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    1. Oh, Gialloesse, non li disprezzo certo! e non sono neanche il tipo che dice con livore “I ragazzi di oggi non leggono”, perchè, se è vero che non leggono, sanno fare tanto altro. Solo mi dispiace quando non conoscono cose belle e importanti. I miei rimproveri sono sempre accolti con un sorriso, perchè lo sanno da cosa nascono 🙂

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  4. Ci penso spesso a quanto debbano vedere decrepiti gli alunni i propri insegnanti… Beh, anch’io, ad essere sincero, non li vedevo granché messi bene in arnese i miei. Che sia l’embrione del rifiuto dell’infallibilità dell’autorità costituita? Un pensiero eversivo che è in nuce in ogni ragazzo o bambino? Io li stimolo affinché non lo perdano e, rivolgendomi a loro dico: “Lasciate che il vostro vecchio professore soffra il dolore per il proprio decadimento fisico in silenzio”. Però non funziona.

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  5. I ragazzi vivono in una sorta di eterno presente, nel senso che fanno enorme fatica a collocare correttamente sulla linea del tempo i fatti successi dalla preistoria all’altro ieri. Se gli dici che Lorenzo de’ Medici è vissuto dopo Garibaldi, oppure che quest’ultimo è morto nel 1960, loro sono capacissimi di crederci. E’ certamente un problema di scarsa cultura, ma anche di scarsa abilità nella contestualizzazione storica degli eventi e dei personaggi: ad esempio, anche se io non conoscessi bene la storia di Garibaldi dovrei essere comunque in grado di capire che non è morto nel 1960, perché tutti sanno che lui ha contribuito all’unità d’Italia, e tutti sanno che quest’evento non è avvenuto intorno al 1960.

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      1. Ma resta vero quel che dici. Il fatto è che perdono tantissimo, in questo modo, anche una certa logica.. Ma quando arrivano alle superiori è più difficile rimediare, o almeno, io non ci riesco proprio. Sono i moneti in cui vorrei essere diversa.

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      2. Sono totalmente d’accordo: molti ragazzi quando arrivano alle superiori sono già dei “prodotti finiti” (a livello sia di competenze che di disciplina), e quindi è più difficile incidere su di loro. Lo dico da insegnante che ha lavorato sia alle medie che alle superiori, e quindi è in grado di fare un confronto.

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  6. Mocaina Cara❤❤❤❤!! Sono Rebecca… purtroppo un paio di giorni fa, in un momento di grande vulnerabilità, ho chiuso il mio sito Rebecca’s Light… in cui avevo trascritto i miei pensieri più profondi, storie, poesie… Ho fatto di tutto per recuperare i testi ma la chiusura è irreversibile…. A malincuore sto creando un nuovo sito ma a prescindere dai testi (gli unici) che ritrovo scritti su un taccuino che riguardano un personaggio a cui avevo dato voce già in passato (“Anna”), degli altri ho perso tutto… Ricomincio quindi così: Anna racconta Anna https://annaraccontaanna.wordpress.com Mi farebbe enormemente piacere rivederti presto.. Grazie. Mi sei mancata ❤ Rebecca’s Light

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