Figli e Google Maps

Al termine di un micidiale raffreddore, che mi ha tenuto due giorni lontana dal computer, ho avuto modo di osservare l’ultimo balzo evolutivo dei Figli. Ed è stato un trauma per me. Perché quando camminano in una nuova città, non si guardano intorno, non si orientano con monumenti o particolarità del tessuto urbano, non chiedono a un passante; guardano nella mano destra il cellulare impostato su Google Maps. Quando alzano la testa e volgono intorno lo sguardo, sono finiti, incapaci di raccapezzarsi. Poi mi dicono stupefatti, Vero è di qua mamma, come hai fatto? 😀

11 pensieri riguardo “Figli e Google Maps

  1. Ho un amico con cui capita a volte di fare uscite in camper, passione comune. Quando è il suo camper davanti, usa come riferimento unico Google Maps e siamo finiti nei posti peggiori, in strade dove anche una cinquecento faceva fatica a passare! Ora pur ammettendo la sua utilità constatato che per alcune persone, non solo i più giovani, quello che è solo uno strumento fa invece perdere qualsiasi riferimento con la realtà. Io pur usandolo mi fido poco e faccio riferimento a ciò che ho intorno poco importa allungare la strada di pochi minuti, basta arrivare.

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