Ovvero come la guerra modifica il valore delle cose.
In Umbria, quando i Tedeschi si ritiravano dalla linea gotica, occuparono anche i casolari più sperduti delle campagne. In uno di questi un contadino passò quei mesi dormendo seduto quasi dentro il camino, con la roncola nascosta nella giubba: davanti a lui, sul pavimento dormiva un soldato tedesco e prima di addormentarsi fissava la botola del soffitto che chiudeva l’accesso alla soffitta dei salumi. Se me chiede d’andà su lo ammazzo co’ la roncola, aveva detto il contadino alla moglie. Non accadde, ma l’avrebbe fatto di certo. Un salame, una fetta di prosciutto, quando da un anno non si avevano proteine che non fossero un po’ di latte valevano più di una vita.
E così, più a Sud, una ragazzina che scappava dai bombardamenti in città per raggiungere la zia a Roma città aperta, doveva portare con sé due valigie, una con i salumi e la farina, l’altra con l’argenteria e i ricordi di famiglia. Uscì di città, iniziava la salita, il peso era intollerabile. Lasciò la valigia delle cose preziose e arrivò a Roma, ugualmente festeggiata da tutti. Che importava ormai un po’ di metallo?
Ricordiamo, ricordate, raccontiamolo a figli e studenti cosa è stato.
È una storia vera allora.
Come è
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Dicevo, come è dolce la ragazza. Mia nonna partorì la terza figlia nel ricovero mentre cadevano le bombe così davanti a tutti. Hai detto bene bisogna sempre scriverne perché la memoria non va cancellata 😚
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Un racconto è un insegnamento che vale il doppio.
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Come hai ragione. Ormai chi ha vissuto quei tempi in prima persona sta sparendo, tocca a noi conservare la memoria di quanto è accaduto alle persone comuni, ai civili. Interessante il riferimento alle proteine: penso che la scelta vegana, oggi così diffusa (e rispettabilissima) sia onestamente da vedere nell’ottica di una possibilità di scelta e di benessere economico. A quei tempi eran tutti vegani per forza
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Bravissima Paola. Noi vegetariani e i vegani siamo figli del benessere, cresciuti a naselli e filetti di manzo ( cresciuti odiandoli)
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Bisogna pensare alla sostenibilità, ma in modo costruttivo e non limitato
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Molto belle queste due storie!
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