Non amo lo stile di Camilleri, soprattutto quello dei primi romanzi: troppo dialetto per una non siciliana come me. Però apprezzo la sua acutezza e la sua ironia che spesso, con un solo dettaglio, rivelano la mentalità isolana meglio di tante analisi politiche e sociali (come sempre l’artista è un po’ più avanti degli altri e questo ovviamente gli costa molto, anche se guadagna tanto).
Non ricordo in quale romanzo il commissario Montalbano ha promesso all’eterna fidanzata Livia un viaggio a Parigi per Capodanno. Ovviamente ha in corso un’indagine, ma non può ammettere, neppure davanti a sé stesso, che preferirebbe non partire. Poi, passando davanti alla casa della cameriera Maria, sente odore di frittura. Ecco, Maria fa gli arancini, e io vado a Parigi!
Credetemi, amici di blog, tutti i siciliani, sotto sotto, sono così. Non credono che valga mai la pena di andare altrove. Hanno già tutto. E un pochino hanno ragione.
Ah ah ah! Bella spiritosa questa lettura, mi hai fatto sorridere! Premetto che in famiglia siamo tutti fan di Camilleri (scrittore, regista, direi addirittura filosofo per i tanti insegnamenti di vita), nonchè padre artistico del Commisario più amati dagli Italiani (abbiamo DVD di tutte le puntate, che mia figlia ci obbliga a rivedere “tutti insieme” tra una riemissione e l’altra); comunque …. credo che tu qbbia proprio ragione!!! 😀😀😀😊
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Filosofo, è vero! E anche qui i Figli rivedono ciclicamente tutte le puntate…
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Adelina! Si chiama Adelina la cameriera del commissario!
E sulla conclusione del tuo post non posso che essere d’accordo! È proprio così! 😍
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Grazie,è vero!
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Sicuramente,Andrea Camilleri è (stato) un abile narratore ma la composizione del carattere o l’indole soggettiva farà condividere oppure no quegli aspetti che,pure in un racconto,in un romanzo,saranno salienti e apprezzati. Per un esempio,non ho mai seguito una puntata del “Commissario Montalbano”. Buon proseguimento, Mocaiana!
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Da siciliana sono d’accordo con te x quanto riguarda i primi romanzi, non mi piacciono proprio, leggo solo quelli di Montalbano, x il resto posso dire che sia io che mio marito staremmo sempre in giro sia in Italia che all’estero.
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Sai che non so?
Certo hanno sole e mare invidiabili, ma la Sicilia si sta spopolando.
lo dico con cognizione: sono lombarda ma figlia di genitrice siciliana, spesso torno giù e ogni volta trovo sempre più vuoto, desolazione e sconforto in chi è rimasto.
Camilleri ha dato un’immagine falsata sia del dialetto che dei siciliani.
Ma va beh, ognuno di noi.ha la terra natia nel cuore.
La Sicilia è un posto incantevole… se ci vivi da turista 🙂
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Tocchi un punto dolente, ed è quello che osservano i miei figli: le città siciliane non hanno più ragazzi. Dopo la laurea tutti scappano perchè non c’è lavoro. E il bello è che all’estero lo torvano subito, il che mi fa pensare che la nostra formazione non sia poi così superficiale..Montalbano riflette la mentalità di una generazione più vecchia.
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Mi sa che hanno davvero ragione… ☺
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❤️
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I siciliani son particolari. Ho conosciuto ieri un muratore siciliano che parla come un urbanista con cognizioni di sociologia e psicologia; e conosco da anni un falegname che ha la signorilità autentica di un principe.
Temo che quello che nota le hérisson a proposito della Sicilia si potrà dire presto dell’Italia intera. Se non fossi troppo vecchia emigrerei anch’io. 🙂
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I siciliani sono fantastici, dei gran signori a tutti i livelli d’istruzione. Si nota anche nei locali e nei ristoranti, infatti Roma mi traumatizza.
Ti assicuro che se non avessi una triste laurea in Lettere classiche sarei già fuggita da tempo, magari in Irlanda :)! La cosa più triste è che lo Stato italiano forma i nostri ragazzi attraverso scuola e università, in modo eccellente, a quanto pare, tanto che li prendono subito fuori di qua; spendendo, a quanto pare, 300.000 euro per ogni ragazzo. E li perdiamo.
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che simpatica, parti da un dettaglio quasi insignificante (il profumo degli arancini) e con un tocco aggraziato lo porti ad esempio della sicilianità.
ml
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Mio padre faceva arancini deliziosi, secondo tradizione classica e ci volevano almeno due giorni. Poi si invitavano gli amici e si mangiava in compagnia. Qualcuno dopo un po’ si appartava in solitudine con l’arancina ( femminile a Palermo!) in mano e guardava il mare davanti con gli occhi a fessura.
I siciliani sono isolani in primis, non è un pregio e nemmeno un difetto, è uno stato d’animo condito da secoli di contatti con il mondo circostante portato dal mare. I siciliani sono orgogliosi ma spreconi…hanno avuto così tanto. Sono pigri a volte, vorrebbero che l’intuito cancellasse tutto, distanze, miserie errori, però sanno scrivere un italiano perfetto pur pensando in dialetto. I siciliani sono italiani nel midollo, chi fa finta di non capirlo dovrebbe mangiare un’arancina cucinata lege artis e finire poi con un cannolo con la frutta candita, è come mangiare una chiesa barocca! Siamo così complessi.
In Sicilia c’è solo il presente, il futuro non è contemplato nemmeno nel dialetto ma uno sguardo verso il cielo non manca mai basta pensare all’Etna. Camilleri ha raccontato la sua e la mia terra senza difficoltà perchè partiva dalle piccole cose, dai particolari, dalle inezie che sono il sale della vita e dall’eros che senti sulla pelle nelle sere d’estate quando il cielo assume quel colore blu-viola che esiste solo sotto certe latitudini. Salutiamo.
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Ah Enzo questo è molto più di un commento, è un post filosofico e poetico. Solo un siciliano DOC può scrivere della Sicilia, io mi permetto solo come inviata dall’estero :): Grazie.
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