Spigolature minime sulla bellezza, 4 (e ultimo)

Dunque la bellezza è potente; unitiva; non è assialità e simmetria; deve ricordare noi stessi a noi stessi. Di tutto questo possiamo discutere a lungo.

La cosa più tremendamente vera sulla bellezza che ho letto, nelle mie letture disordinate, è di uno psicologo canadese morto da pochi anni, James Hillmann. Nel libro Politica della bellezza (https://morettievitali.it/?libri=politica-della-bellezza) sostiene che molti dei nostri disagi psicologici, molte depressioni e angosce, derivano dall’assenza di bellezza nei luoghi in cui viviamo. La bellezza come cura, o come prevenzione. Noi nati per la bellezza, la cui assenza fa ammalare. I soffitti bianchi delle nostre case sono innaturali, nella migliore delle ipotesi. Un tempo si affrescavano con simboli religiosi, o cosmologici, che davano a ciascuno la percezione di essere inseriti in un ordine più vasto del singolo. Cosa che filtrava, in qualche modo, anche a chi non poteva permettersi soffitti affrescati.

In effetti, in un posto bello, non stiamo tutti meglio? Anche per parlare d’amore… https://www.youtube.com/watch?v=lwWY2Ee_MA8

17 pensieri riguardo “Spigolature minime sulla bellezza, 4 (e ultimo)

  1. Ciao,Mocaiana . Il concetto della bellezza è ampio per quante volte esso venga “traslitterato” in “lingue morte” – cioè dire, in quella realtà che non ha profondo di “capire” la Bellezza tanto da farla nascere innanzitutto nella propria anima. Ottimi i tuoi posts! Buona giornata!

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  2. Senza dubbio un contesto deprimente può influire sull’umore, sullo stato d’animo della persona. Hillman, che apprezzo, tocca una questione importante e mi fa ricordare un periodo pessimo della mia vita, quando fui costretta ad abitare per due anni in uno scantinato che aveva delle finestre piccole e pochissima luce, in un quartiere trafficato, rumoroso e inquinato, e lì è stato un vero miracolo non cedere del tutto allo sconforto, pazientare in attesa del prossimo trasloco. La bellezza è comunque un concetto labile, sfuggevole, a mio avviso molto-molto soggettivo, che non sempre piace ciò che è bello, ma è bello ciò che piace…. Per quanto mi riguarda, ad esempio, trovo conforto da Madre Natura, da certi spettacoli che sa regalarci tutti i giorni…. Un tramonto lacustre, il gioco dei riflessi del sole sull’acqua, oppure un ciliegio in piena fioritura, una farfalla che si posa sulla mano… Mentre la bellezza delle opere architettoniche (e di qualsiasi altro prodotto dell’ingegno umano) mi lascia abbastanza indifferente. Sì, posso ammirarle, posso in certi casi ritenerle utili, ma al di là di questo non mi fanno mai (o quasi mai) andare in estasi.

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    1. Alessandra, due anni così devono essere stati terribili, sei brava. La bellezza è labile e soggettiva, senza dubbio, ma un pavimento comune a ciò che troviamo bello c’è, e indagarlo è giusto. Concordo su Madre Natura, inegugliata creatrice di bellezza per tutti noi. ma nche noi creiamo bellezza. Architetture magiche ne ho viste tante, e sempre con un brivido giù oer la schiena: La discesa verde di olivi davanti alla Basilica Superiore di Assisi; l’Acropoli; l’abside di Monreale e mille altri posti..

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      1. Non dico che l’uomo non sappia creare qualcosa di bello…. Mentirei, se lo affermassi. Però, dovendo scegliere – per ipotesi – tra una visita al Partenone e una gita alle Tre Cime di Lavaredo, non avrei dubbi in proposito 😉 Di un’opera architettonica posso ammirare l’imponenza o i dettagli, le rifiniture anche accurate, di fronte allo spettacolo della natura mi sento invece rimescolare dentro, qualcosa mi tocca e mi commuove nel profondo, forse perché in quei momenti percepisco di far parte di un Tutto e mi sembra quasi di scorgere, dietro la cortina delle apparenze, quel Mistero che guida il mondo fin dalla creazione. Poi è naturale che ognuno reagisca in modo diverso, di fronte a queste bellezze, ed è normale sentirsi in maggiore sintonia con una cosa piuttosto che con un’altra.

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  3. E’ vero, è vero, è vero, è vero, sono pienamente d’accordo: è la Bellezza che salverà il mondo.
    la bellezza, a mio avviso, che si ritrova non solo negli affreschi, nelle tele ma anche nei gesti cordiali, un sorriso cortese, un tenersi per mano, un tono di voce pacato… scusa, forse sono andata un pò fuori luogo ma da quando ci isoliamo nelle nostre città di cemento, chiusi ognuno nel suo piccolo mondo dei social e degli auricolari assordanti alle orecchie, ci dimentichiamo persino della bellezza stupefacente di un tramonto (che, come diceva qualcuno “è uno spettacolo diverso ogni sera e per di più gratuito”).

    scusa ancora del fuori tema ma grazie per aver omaggiato la Bellezza! testi molto interessanti e letture d’interesse quelle che ci hai condiviso 🙂
    un abbraccio

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  4. Il mondo sta cambiando, come dice Galadriel. La bruttezza mortificante di tanti paesaggi urbani e suburbani non viene più percepita dalle giovani generazioni: è la normalità e basta. Ci hanno fatto gli anticorpi, per forza: questione di sopravvivere adattandosi all’ambiente.
    La prova provata l’ho avuta qualche anno fa quando cercavo di spiegare il rimpianto di Baudelaire per la bellezza che lui ritiene appartenere a un passato irrecuperabile e che deve quindi essere sostituita da un nuovo genere, la bellezza del brutto. Il mondo moderno, dicevo, è brutto. Guardate fuori dalla finestra: non è brutto quello che vedete? (il panorama dalle finestre della nostra scuola è decisamente deprimente). Sorpresa: nessuno dico nessuno vedeva il brutto – quello che vedevano era il normale.

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    1. Episodio terribile. Hai ragione ed è una cosa tristissima da ammettere. Se Hillmann ha ragione i terapeuti avranno molto lavoro in più. Le nostre città, soprattutto certe periferie, sono tali da appannare anche la bellezza del tramonto.

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  5. Non leggo gli altri commenti. Dico solo che è facile darti ragione, perché ciò che dici, semplicemente, si vede.
    Per metterla sul banale, senza tirare in ballo il mio Dio (che è Bellezza e fonte della bellezza) oppure il mio Amore (che è riflesso di quella Bellezza e distoglie il mio sguardo dal mio ombelico), ti dico solo questo: da quando sono andata in vacanza sulle mie montagne (purtroppo è già passato un mese) ho smesso di prendere tutto quel cortisone senza il quale mi gratto come una bestia e non riesco a dormire. E capita così ogni ianno, da anni.
    Vaccis se nella Bellezza si vive meglio!
    E se le nostre case parlano di noi, siamo ben poca e squallida cosa, non dico ormai incapaci di Belklezza, ma incapaci, più semplicemente, di ordine, che distingue noi poveretti da chi sa dove sta andando e, quindi, qual è il posto delle cose.
    Grazie. Ciao.

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    1. Capita anche a me la stessa cosa quando torno in Umbria, la mia terra. Davanti a quel verde riesco a ritrovare persino il sonno. Si vive meglio nella bellezza, Hillmann ha ragione. Il problema è farlo capire ai politici, per quel che riguarda l’urbanistica, e per le nostre case svilppare un gusto estetico che abbia come base il senso dell’ordine, proprio come dici tu, come posto delle cose.
      Grazie a te della visita e del bel commento.

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