Mi chiedo quale sia l’impatto di questa visione che domina il centro di Atene sull’inconscio collettivo degli abitanti. Di certo un rovello continuo, un pensiero del tipo: non siamo più stati così grandi. Il resto di Atene, tranne pochi piccoli quartieri alle pendici dell’Acropoli, è simile ai quartieri moderni delle città siciliane, un po’ più tristi e un po’ più decadenti. Qua e là una bella facciata ben tenuta, come a dire, sappiamo come dovrebbe essere, vedete, quando possiamo lo facciamo. Restano immutati nella cortesia verso lo straniero, da gran signori, veri discendenti di Zeus Xenios.
Vivo in una città che ha il mare del più blu dei blu, superblu; e di notte ancora si sentono gli zoccoli dei cavalli in corsa.
Ma amo anche una piccola città, dove per un solo giorno l'anno, i santi volano davanti alle finestre delle case; e solo per quel giorno tutti vivono come si dovrebbe sempre vivere, pensando a correre bene, non a vincere la corsa.
E un pezzo di cuore è rimasto nella verde Irlanda, dove la gente è gentile e dove cresce un bimbo stupendo che ha un po' del mio sangue.
Così sono sempre inquieta, sempre pronta a partire, felice del mio eterno pellegrinaggio.
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Che città meravigliosa…
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Si…
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Hai semplicemente ragione. C’è una frattura temporale.
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Si è così, in un modo terribile
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È un fantasma, splendido quanto amaro, ahimè!
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Però sai, è un popolo forte e credo che dall’orgoglio del proprio passato nascerà qualcosa di buono 😘
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Lo spero vivamente:)
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❤
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Sì, si coglie la frase “non siamo più stati così grani”
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