Qualche anno fa per le strade di qua appariva una strana coppia, entrambi in abiti ottocenteschi. Lui vecchissimo, in frac e cilindro, lei giovanissima, in crinolina e parasole, truccata come Barbie. Lo strascico dell’abito della ragazza lurido e il cilindro di lui consunto. Di tanto in tanto accennavano a un passo di valzer, per quanto lo consentivano le mani nodose dell’uomo, le gambe malandate. Secondo alcuni erano un padre e una figlia, secondo altri amanti. Nel primo caso lui avrebbe voluto in questo modo mostrare la bellezza di lei, nel secondo mascherare la differenza di età, con l’attirare l’attenzione sui loro strani abiti.
In entrambi i casi, follia nostalgica, con qualche venatura di eroismo. Indubbiamente la disperazione ha una fantasia che nelle nostre città la gente comune ignora.
Ma davvero?
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In quei casi: indagare (realisticamente), o rispettare (surrealisticamente) il mistero della cosa? Propendo per la seconda alternativa: lasciarsi suggestionare, e scriverci una storia. 🙂
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Chissà :)!
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” la disperazione ha una fantasia che nelle nostre città la gente comune ignora.” E’ un pensiero bellissimo e importante. Fondamentale direi. Non è casuale la mia stima.
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Grazie :). E la stima è reciproca.
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Bellissimo
…. la fantasia della disperazione
🙂
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