Vista da chi ha origini umbro-sabelliche come me, l’estate siciliana è un ribaltamento di ogni cosa.
Innanzi tutto, le parole usate: dell’acqua del mare non si dice che è pulita, profonda, fredda, ma che è bellissima, come di una donna amata che è stata lontana a lungo.
E i comportamenti: mentre bubbolo di freddo avvinta a uno scoglio, per avere immerso in mare la punta del piede, vedo arzilli ottantenni che si tuffano felici nell’acqua gelida; e signore elegantissime inzuppano la brioche nella granita come se facessero la scarpetta.
L’atmosfera cambia in ogni strada: la città prende un mood hawaiano: bermuda e infradito sono sdoganati per gli uomini anche in centro, le scarpe chiuse sono bandite per le donne anche negli uffici e nelle banche. Chemisier e caftani danno un’aria vagamente africana, un’aria allegra ovunque. Benvenuta estate.