Curzio Malaparte, ingiustamente dimenticato, scrisse che gli Umbri erano matti. Li aveva visti in guerra, nelle trincee, intenti a ridere nei momenti di maggior pericolo, a comportarsi nel modo opposto a quello di tutti.
Oggi ho visto una festa , e la vedo ogni anno ma mi stupisce sempre, in cui veramente questo si dimostra vero; una festa in cui dei tre santi si sa già chi arriverà per primo, la’ di corsa in cima al monte. Una festa che dura un giorno, ma che è l’immagine di come dovrebbe essere la vita intera, perché non conta arrivare primi, ma fare bene la corsa. Il che non significa, biecamente, che l’importante è partecipare, ma fare le cose per bene, senza ingannare, proprio a regola d’arte, che è già cosa grandissima.
E quindi attenzione agli umbri matti , perché all’improvviso fanno cose che non hanno prezzo e quindi non sono davvero organici a nessun sistema, anzi i sistemi li hanno in uggia e cacciano anche la morte con un bicchiere di vino.
avvallo il pensiero di Malaparte, senza se e senza ma
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