Un alunno, uno di quelli scavezzacollo che quando chiedono di uscire una è contenta, così ha cinque minuti di pace, però buono e pronto a chiedere scusa, l’altro giorno era più tremendo del solito. Parlottava, si girava, non prendeva appunti. Non potendone più a un certo punto grido
-Marco!- (nome di fantasia)
Lui salta da seduto stile fumetto, boccheggia, poi fa
-Prof che paura! Meno male che la sua voce è stata non paurosa, non lo so come dire, un po’ sveglia, un po’ usignolo..-
E io ridevo troppo per fargli una nota o per dirgli ciò che pensavo, vale a dire
-E tu, mio caro ragazzo, quando l’hai mai udito un usignolo, tu che vivi incorporato al divano davanti alla PS 4?-
Vivo in una città che ha il mare del più blu dei blu, superblu; e di notte ancora si sentono gli zoccoli dei cavalli in corsa.
Ma amo anche una piccola città, dove per un solo giorno l'anno, i santi volano davanti alle finestre delle case; e solo per quel giorno tutti vivono come si dovrebbe sempre vivere, pensando a correre bene, non a vincere la corsa.
E un pezzo di cuore è rimasto nella verde Irlanda, dove la gente è gentile e dove cresce un bimbo stupendo che ha un po' del mio sangue.
Così sono sempre inquieta, sempre pronta a partire, felice del mio eterno pellegrinaggio.
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