Ancora sull’inglese

Impaccio terribile nel tentativo di spiegare all’amico inglese la persona e la funzione del posteggiatore.

A man who protect your car even if ….Con Totò mi sono detta desisti. E ho desistito. Il fatto è che in inglese non esiste proprio il concetto.

Ugualmente non esiste il concetto di non dare la precedenza. Al traffico ho accennato appena, sopraffatta dal problema. Lui ha capito benissimo. Ha fatto nove volte il giro di una rotonda, infine, vedendo che nessuno gli dava la precedenza pur egli avendola, ha parcheggiato e ha chiamato un taxi. Il tassista non sapeva l’inglese e l’ha lasciato a millemila km da casa mia. Per fargli far pace con la Sicilia l’ho portato mangiare pesce. E’ ancora commosso.

Umano, please

Dovendo utilizzare un numero verde di un ente importante, mi imbatto nel solito assistente digitale. La telefonata è pagamento e si protrae a lungo. Il mio tono di voce si è innervosito e l’assistente mi riprende

Parla in modo normale-

L’impulso è quello di scagliare il cellulare contro il muro. Mi controllo a stento, parlo in modo normale

Voglio un operatore

-Va bene, ti passo un mio collega umano-

Collega UMANO?????COLLEGA???? e mentre scenari stile Blade runner e Matrix si spalancavano intorno a me, un voce che mi è sembrata adorabile, calda e affettuosa, mi ha coccolato, come una mamma col suo bimbo. Non ha risolto il problema, non importa. Era un umano.

Il complimento più bello

L’ho ricevuto oggi, in classe.

da Wikipedia , s.v.

Ho fatto vedere questa foto. Vedete ragazzi? Ha novant’anni, ma che fuoco negli occhi, che energia!

Come lei! Lei non è più una ragazza, ma magari avessimo noi la sua forza e la sua energia!

Ecco, meglio che se mi avessero detto che dimostro vent’anni. Perchè io sono come gli antichi romani che amavano farsi ritrarre con tutte le loro rughe addosso ( ancora non sono così :D)

Significava che erano forti, che ce l’avevano fatta, e che potevano quindi accedere al Senato, la carica più alta. Ecco, alla faccia di tutta la chirurgia estetica e di tutte le facce da Joker in circolazione, testimoniare che l’età porta saggezza e forza, la gioia quieta dei traguardi raggiunti, piccoli o grandi che siano, non importa, raccontare una storia che trasmetta energia perchè è una storia vera e non corretta.

Ragazzi, che grande verità ho capito!

E cioè che dovremmo essere pagati per avere il cellulare, non pagare noi altri!

Tempo fa, molto prima dell’ultimo Iphone, una persona di cui mi fido molto mi ha detto, a proposito delle tessere fedeltà nei negozi, che mediante questo sistema facciamo un tale favore alle aziende, rivelando le nostre preferenze e consentendo loro di risparmiare indagini di mercato, sondaggi ecc.., che avremmo dovuto essere pagati e non con sconti e gadget, ma con bei soldi. A maggior ragione per i cellulari, nei quali riversiamo tutto, anche dati biometrici e impronte digitali.

Provo a pensare un futuro senza cellulare. Mi piace. Essere irraggiungibile, come da ragazza. Il mondo che improvvisamente diventa affare di qualcun altro. Adieu, compagnie telefoniche e Big tech.

Pescheria, ancora

immagine da:

immagine da:https://www.thegourmetjunkie.com/catanialapescheria/travel/ ( ma non rende..ci vorrebbe gialloesse per questo)

Un mondo arcaico da togliere il fiato. Il capo della bancarella dove compro il pesce sussurra al ragazzo che mi stava facendo il conto : Rispetta la signora

Confesso che, nonostante decenni di vita in questa città, mi sono un po’allarmata -rispettarmi? Perchè, di cosa lo sa capace? Cosa ha colto nel suo sguardo, nel suo comportamento che non ho inteso? mi sono chiesta. Poi ho capito, dal conto il giovanotto ha tolto due euro. Rispettare=trattare bene, non ingannare. L’ho rispettata, signoruzza.Sì, tesoro, sono contenta.

Fa il paio con espressioni del tipo Non ha sangue nelle vene, per indicare una persona di debole sentire, incapace di forti sentimenti. E si va giù, giù a capofitto nel pozzo del tempo, quando il parlare era un altro, e altri i sentimenti, e ci si sente pieni di nostalgia.

Lazzaro, forse

da Wikipedia, s.v.

Resurrezione di Lazzaro, il Vangelo di oggi. Il mistero , oltre alla resurezzione, sono le lacrime ei Cristo davanti al sepolcro dell’amico. Piange forse di dolore? ma sa che lo farà risorgere, è lui il Figlio di Dio. Piange per il dolore delle sorelle? la risposta è identica. Seguo l’idea di Santucci: Cristo piange perché sa bene ciò che sta per fare a Lazzaro. Sa a cosa lo sta richiamando, al dolore, alla prigionia della vita su questa Terra. Lo va a cercare e lo riporta qui, e questo è un affronto, lo sa bene.

Caravaggio sembra seguire questa stessa interpretazione. Nella Resurrezione di Lazzaro, dipinta a Siracusa e ora al museo di Messina, Cristo compie lo stesso gesto del Padre quando dona la vita ad Adamo, nella cappella Sistina -un omaggio al grande Michelangelo, di cui Caravaggio portava il nome. Ma Lazzaro rifiuta la chiamata, teso in uno spasimo; non vuole lasciare la Casa vera. Intorno, le reazioni che sarebbero anche le nostre nell’assistere a una resurrezione: lo stupore quasi indignato degli operai che sollevano la lastra, le lacrime di gioia delle sorelle di Lazzaro, le voci e i richiami degli astanti sconvolti alle spalle di Cristo.

Secondo tradizioni locali, il pittore, sconvolto dalle critiche ricevute per questa tela, l’avrebbe presa a rasoiate. Ci sono cose che non vanno dette, né dipinte.

Eredità digitale

Prima di morire ha lasciato tante password, ma non quella dell’ID Apple.

Il computer è vecchio ma funziona benissimo, vuole solo aggiornamenti, me lo chiede con insistenza angosciante, come il naufrago che invochi un asse di legno cui appoggiarsi.

Oggi decido di affrontare il problema. Il computer è settato sul suo ID. Chiedo il cambio password, viene inviato il messaggio col codice all’indirizzo mail dell’account, ma la casella mail è stata chiusa per inattività, o almeno credo. Provo a cambiare account: vuole la password dell’account in corso.

Nello store della mia città promettono assistenza. Telefono per fissare un appuntamento, mi mettono in contatto con un operatore che risponde dall’Unione Europea: Proviamo per telefono, così non deve andare, signora. Gentilissimo, chiede username, fa verifiche ecc… alla fine manda un codice su un dispositivo che risulta connesso al mio account, ma che è di mio figlio, a mille mila km di distanza e presumibilmente spento per essere riacceso nel week end.

Conclusione: un mal di testa micidiale, un’ora al telefono, ma soprattutto la decisione fermissima di scrivere tutte, ma dico TUTTE, le password, i codici ecc. ecc..in un quadernetto, così i Figli non avranno questo problema quando morirò.

Pescheria

La pescheria qui è un mondo, una capsula fuori dal tempo. Sono tornata dal mandorlaio pazzo, del quale ho scritto in tempi più felici -ebbene sì, mi costringo a ripercorrere luoghi carichi di ricordi.

Gli ho chiesto se le noci sgusciate che vendeva erano italiane o americane. Lui ha rotetato e strabuzzato gli occhi, mentre diventava tutto rosso, infine ha quasi gridato – Mi..a! Italiane sugnu! Chidde, chidde sù!- e mi ha indicato un cumulo di noci col guscio, ancora col mallo rinsecchito -Fituse sembrano, ma buonissime! senza niente, senza conservanti!- e me ne ha offerto una manciata. Squisite. Le vere noci. E abbiamo parlato delle merende di una volta, di quando ero piccola, pane e noci, pane acqua e zucchero…

Poi a uno dei banchi del pesce, uno di quelli dove non ero mai stata, volevo comprare, ma non avevo abbastanza soldi. Ho fatto per andarmene e il pescivendolo mi fa -Glielo tengo da parte-

-Si fida? io vado a prelevare se lei si fida-

-Lei tornerà, signoruzza. E lo so non perchè è vestita bene- e sono tornata.

L’antica cortesia del meridione, l’antico capirsi a pelle con un’occhiata, gli ultimi deboli ruggiti di gattopardi secolari.

Perché l’inglese?

Cara Irlanda, alla quale l’inglese fu brutalmente imposto, non sai che problemi può creare l’inglese a una come me, tenacamente avvinghiata al suo italiano, amante di greco e latino.

A Cellbridge, una sera dopo Natale sono salita su un taxi, diretta a casa di amici, che abitano in una zona vicina, ma non tanto da raggiungerla a piedi.

In tre secondi scopro che il tassista era armeno e si trovava in Irlanda da solo un mese. Le V dell’inglese dalla sua bocca uscivano come F , le T come D . Diceva di aver capito l’indirizzo, da me detto con tutta l’ampiezza delle vocali italiane, ma a un certo punto, nelle tenebre fonde, ha inchiodato in un distributore ed è entrato nel bar a parlottare a lungo con gli avventori. Io sudavo nonostante la temperatura sotto zero. E’ risalito e ha imboccato con decisione e allegria la direzione opposta a quella dove dovevo andare io. Istanti di terrore puro.

Infine i miei amici inviano la posizione. Il tizio vede la mappa, inchioda di nuovo, fa un’inversione a U e arrivo dopo qualche minuto a destinazione felicemente.

Il problema è: perchè usare come lingua internazionale una lingua che ogni popolo pronuncia a modo suo, che gli stessi inglesi apprendono difficilmente sotto il profilo del rapporto scritto/parlato? Non sarebbe stata meglio una lingua che si legge come viene scritta?